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Comunicato stampa 10-13

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Caltanissetta, 21 Marzo 2013

Agli organi di informazione

LORO SEDI

Comunicato stampa 10-13.

Tra il silenzio (compiacente?) di alcuni, e la dolosa complicità di altri Deputati regionali nisseni, si è compiuto l’ennesimo scippo all’economia di Caltanissetta. Ed è così che gli attuali nostri rappresentanti all’ARS entreranno nella storia per aver svenduto l’autonomia della propria città a chi, da sempre, ha voluto prendere le distanze da Caltanissetta e dai nisseni, in nome di una presunta superiorità sociale, economica ed intellettuale.

Se ovviamente il Presidente Crocetta è felice per aver realizzato il sogno suo e della sua città (quello di dare nel nostro territorio un ruolo di primo piano a Gela), è invece assurdo che Cancelleri rivendichi tale successo.

Ciò che si contesta non è tanto l’abolizione delle Province, che forse (ma non è sicuro) ci potrebbe anche stare, ma il metodo frettoloso ed improvvisato che è stato utilizzato, come se fosse più importante portare a casa il “trofeo”, indipendentemente dalle conseguenze (non valutate) che ne potrebbero derivare.

Sarebbe infatti stato di buon senso prima predisporre e spiegare cosa succederà dopo l’abolizione, e solo dopo aver avuto le idee assolutamente chiare sui costi, sulla gestione delle risorse umane e materiali, sull’attribuzione delle attuali competenze, ecc…eccc..passare alla eventuale materiale soppressione delle Province.

Invece a quanto pare, galvanizzati dalle apparizioni mediatiche e con la evidente voglia di cavalcare il populismo, il duo Crocetta-Cancelleri (con il benestare di altri nisseni), ha preferito invertire l’ordine dei fattori: prima aboliamo le Province, con annessa la loro storia, e poi vediamo che succede….

Solo per fare qualche esempio, ricordo che l’economia di Caltanissetta è alimentata quasi esclusivamente dagli stipendi dei dipendenti, per cui trasferire eventuali uffici vorrebbe dire indebolire ulteriormente la nostra città, per non parlare del disagio causato ai lavoratori che potrebbero essere decentrati.

Non sappiamo nemmeno se effettivamente ci sarà un risparmio economico, considerato che da 9 Province si potrebbe passare a circa 33 Consorzi di Comuni, con una notevole proliferazione di Enti che per mantenersi avranno bisogno di sedi, mezzi, e risorse. Vorranno ripetere la fallimentare esperienza degli ATO, per poi inventarsi altro strada facendo? E poi perché il criterio dei 150.000 abitanti per creare un libero Consorzio? (E’ per caso un premeditato criterio per favorire la città di qualche politico??) E che fine faranno gli uffici (Prefettura, Questura, Camera di Commercio, la Corte d’Appello, ASP, ecc..) presenti a Caltanissetta? Ed i Capoluoghi di Provincia? Con quale criterio verranno nominati da Crocetta i Commissari e quanto ci costeranno? Su quale base territoriale verranno eletti i Deputati regionali? Le risposte a queste e a tante altre domande le devono venire a dare pubblicamente il Presidente Crocetta e i nostri Deputati regionali! Domani in Conferenza dei Capigruppo (dove si discuterà della immediata convocazione di un Consiglio Comunale), chiederò che alla seduta straordinaria ed urgente vengano invitati il Presidente della Regione e di Deputati Giancarlo Cancelleri, Gianluca Miccichè, Pino Federico, Giuseppe Arancio per venirci a spiegare cosa succederà dopo l’abolizione della nostra Provincia.

C’è inoltre anche una contraddittoria crisi d’identità nel PD di Crocetta e nel M5S di Cancelleri: mentre infatti a Roma mettono tra le priorità dell’Italia la riforma della legge elettorale (per introdurre la preferenza), in Sicilia invece introducono la nomina ed eliminano l’elezione diretta, sottraendo al popolo il sacrosanto diritto di eleggere, con la preferenza, i propri rappresentanti.

E mentre il Presidente della Regione, definito showman da Don Luigi Petralia, Parroco di Gela e confessore personale dello stesso Crocetta, è impegnato a fare altri proclami demagogici, i Forconi, non considerati dal Governatore(?) e combattuti tra la disperazione del settore e le esigenze dei siciliani, si apprestano nuovamente a bloccare le strade, creando disagi e danni.

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